Sabato 15 Ottobre alle ore 21:30 (con la presenza della regista Maria Ludovica Marini) presso il Teatro Comunale di Cairo Montenotte si svolgerà la proiezione del film: “Il morso del ramarro”, che sarà preceduto alle ore 20:30 dalla presentazione del romanzo da cui è stato tratto il film con la presenza dell’autrice Valeria Corciolani.
Il Morso del Ramarro, il lungometraggio girato da Maria Lodovica Marini e prodotto da Cima Prod, una caparbia e ironica società ligure, con il supporto tecnico di Lucerna Films, comincerà il suo cammino nei circuiti cinematografici nazionali – con la distribuzione di Obiettivo Cinema – e nei Film Festival nazionali ed internazionali.
Patrocinato dal Comune di Chiavari e supportato dal Comune di Sestri Levante, comuni in cui il film è stato girato, è frutto di un laborioso e soddisfacente lavoro di squadra tra troupe tecnica, attori, istituzioni, enti e cittadinanze. Liberamente tratto dal libro omonimo di Valeria Corciolani, best seller nazionale e chiavarese doc, ne è stata fatta la ristampa proprio in seguito al film.
Le motivazioni che hanno spinto la società a concretizzare l’idea e a portarla a termine sono state, oltre alla bravura dell’autrice, la valorizzazione della Riviera Ligure e di aspetti caratteristici del patrimonio ligure, il rimettere in relazione il territorio con il cinema che in questi ultimi due anni ha perso molte delle sue possibilità (un solo cinema rimasto a Chiavari), ma ha ancora grosse potenzialità di espansione e l’intenzione è quella di promuovere il Tigullio come location cinematografica.
E’ un giallo psicologico che si dipana tra Chiavari e Sestri Levante e si snoda su un tentativo di furto che avrà conseguenze inaspettate. Tre ricchi rampolli annoiati scelgono il furto d’appartamento per dare un guizzo di adrenalina alle loro giornate. Nonostante la preparazione, il colpo finisce male. I tre vengono prima perseguitati dalla maledizione lanciata dalla badante peruviana, poi scoperti e beffati.
La sceneggiatura ha visto la partecipazione del regista italo argentino Juan Bautista Stagnaro, già candidato all’Oscar come sceneggiatore per Camilla di Maria Luisa Bemberg, della scrittrice Valeria Corciolani e di Maria Lodovica Marini, nella doppia veste anche di regista. Il nome di Juan Bautista Stagnaro come supporter del montaggio costituisce un grande valore aggiunto.
Tra gli attori, molti quelli liguri, i nomi più noti a livello nazionale sono quelli di Tiziana Foschi, una delle componenti del famosissimo gruppo La Premiata Ditta, di Guido Roncalli, versatile attore che vanta una notevole esperienza iniziata con Pippo Baudo nel 1992 e approdata alla corte cardinalizia del premio Oscar Paolo Sorrentino, del fiorentino Massimo Pascucci, allievo del mitico Orazio Costa e di Lorenzo Marangon, giovane attore milanese. Da segnalare la partecipazione amichevole del critico Oreste De Fornari e della stessa Valeria Corciolani nei panni dei due docenti universitari.
Sarà Chiavari che aprirà il tour cinematografico il 7 ottobre, a seguire Alessandria il 13, Cairo Montenotte il 15, Sestri Levante il 18, Genova il 19, Torino il 24 e 25, Milano il 3 novembre, il 7 ad Ancona, l’8 a Roma, a Pordenone – città quest’ultima in cui Cima Prod ha posto la sua seconda unità operativa –, Biella, Cagliari e molte altre confermate, in attesa di data.
Gli sponsor non mancano: dalla Meetab – azienda all’avanguardia negli integratori metabolomici -, alla Bolva Italia Srl – produttrice di televisori – al panificio Gianelli di Castiglione Chiavarese, che ha supportato la troupe con i suoi ottimi prodotti. In via di definizione ulteriori collaborazioni, tra cui quella con Medianos
e con il suo ideatore Massimiliano Ferrari, un board games sulla gestione e risoluzione dei conflitti.
I temi e i contenuti del film – la crisi dei valori sociali nell’epoca attuale; la rivincita dei Boomers e la Silver Economy; l’inclusione o esclusione dell’ignoto, del diverso da noi, dello straniero; l’arte di guardare l’arte e di “coltivare” il dettaglio, il non visibile, trovando soluzioni alle provocazioni della vita; la gestione emotiva e dei conflitti tra pari e generazionali; il dualismo malattia/creatività – rendono la visione cross-age e il pubblico vario e eterogeneo.